Nella donna è possibile asserire senza smentita che individuare la singola causa responsabile dell’infertilità nel complesso meccanismo che regola la fecondazione è spesso molto difficile; Si rende pertanto necessaria un’attenta valutazione delle paziente da parte dello specialista che ne potrà delineare un quadro corretto da un punto di vista ormonale, ovulatorio ed anatomico. Un’anamnesi accurata ed uno scrupoloso esame obiettivo rappresentano momenti irrinunciabili nella valutazione delle cause specifiche e nella focalizzazione delle successive valutazioni diagnostiche sui fattori più probabilmente responsabili dell’infertilità. Il percorso e la durata degli accertamenti devono tener conto di una serie di fattori:

  • desideri della coppia
  • età della paziente
  • durata dell’infertilità
  • dati personali emersi dall’anamnesi e dall’esame obiettivo
  • frequenza dei rapporti sessuali

Il percorso diagnostico per l’infertilità è da proporre a donne che non abbiano concepito dopo almeno 12-24 mesi di rapporti non protetti.
Il primo passo da effettuare per un adeguato inquadramento diagnostico è l’ ANAMNESI che deve essere effettuata da un ginecologo esperto in problemi di infertilità. La paziente é intervistata per accertare la presenza di eventuali patologie familiari, genetiche, metaboliche oppure endocrine. Va inoltre ricordato che il rischio di infertilità nelle donne può anche aumentare a causa di determinati fattori legati all’ambiente e allo stile di vita. E’ opportuno pertanto indagare e valutare la presenza di condizione di sovrappeso o di peso insufficiente, di consumo di sigarette droghe o alcol, di utilizzo di terapie farmacologiche (chemioterapia, immunodepressori), esposizione a particolari tossine (pesticidi dell'agricoltura, solventi presenti in vernici, esposizione a metalli pesanti -mercurio, arsenico, piombo, cadmio etc.-, esposizione a radiazioni), e pregresse chirurgie a carico dell’apparato riproduttore che, di certo, rappresentano una condizione di elevato rischio per la salute riproduttiva, non ultimo vanno indagate passate infezioni.
All’anamnesi segue l’esame obiettivo dell’apparato genitale per evidenziare le caratteristiche morfologiche e lo stato di salute dell’apparato riproduttore:

la visita ginecologica pertanto rappresenta il primo passo da effettuare in questo percorso conoscitivo della paziente che richiede l’esame colposcopico per la valutazione dell’integrità della cervice uterina accompagnato da quello ecografico.
Il monitoraggio ecografico di un ciclo spontaneo aiuta a confermare il dato ormonale di ovularietà; a questo si associano i test biochimici, sebbene l’unica prova certa dell’avvenuta ovulazione è data dal concepimento. I dosaggi ormonali sono in tal senso indispensabili.
Una volta valutata la potenziale capacità ovulatoria, va evidenziata o esclusa l’impervieta’tubarica. Questa condizione deve essere indagata in tutte le coppie infertili in quanto non sempre è possibile riconoscere dei segni anamnestici o clinici predittivi. La presenza di infezioni dell’apparato riproduttivo femminile va verificata, data la rilevanza di questo fattore come causa di infertilità. E’ indispensabile sottoporre a test di screening microbiologici tutte le pazienti che effettuano consultazione per problemi di infertilità per individuare e trattare le possibili infezioni che possono ostacolare il concepimento. E’ importante escludere, inoltre, la presenza di infezioni endocervicali soprattutto prima di indagini strumentali sulla cavità uterina.
Un attento esame obiettivo può far sospettare la presenza di fattori utero-annessiali e pelvici che includono le anomalie uterine e i fattori peritoneali quali l’endometriosi, le aderenze pelviche e quelle annessiali possono essere causa o concausa di infertilità femminile. Queste condizioni dovrebbero comunque essere prese in considerazione quando altre indagini non hanno rivelato elementi patologici.

Particolarmente indicato in caso di poliabortività (più di tre aborti) è la realizzazione del Cariotipo che può evidenziare alterazioni tanto numeriche che strutturali del corredo cromosomico della paziente; è indispensabile nel caso in cui si sospettino patologie genetiche che hanno origine da alterazione a carico dei cromosomi e in tutti i casi di pianificazione di programmi di fecondazione in vitro.

 

  • A) E’ possibile, infine, definire una serie di scenari clinici, che, per quanto semplificati, possono rappresentare dei riferimenti nella scelta delle strategie operative: nel caso in cui la durata della infertilità della coppia è uguale o minore ad un anno, l’età femminile è inferiore a 35 anni, l’anamnesi è negativa tanto per fattore pelvico che per fattore ovarico e fattore maschile, il ginecologo propone di eseguire ecografia pelvica ed esame colposcopio
  • B) Nel caso in cui la durata della infertilità della coppia supera l’anno, l’età femminile è inferiore a 35 anni, l’anamnesi è negativa tanto per fattore pelvico che per fattore ovarico e maschile. Le indagini ecografiche e colposcopiche vanno coadiuvate dal dosaggio ormonale, l’isterosalpingografia, per la valutazione della pervietà tubarica e il test per la valutazione di eventuali infezioni da Chlamydia.
  • C) Quando la durata dell’infertilità della coppia supera l’anno, l’anamnesi è negativa per fattore ovarico o maschile, sono presenti alterazioni a carico della pelvi, é indispensabile eseguire l’isteroscopia per la valutazione e l’individuazione di eventuali alterazioni uterine, la laparoscopia e i test microbiologici per la presenza di infezioni nelle basse vie genitali e per la Chlamydia.
  • D) Se la durata dell’infertilità della coppia supera l’anno, l’anamnesi è negativa per fattore pelvico o maschile, ma è positiva per il fattore ovarico, é opportuno procedere alla determinazione dei valori delle gonadotropine ipofisarie unitamente alla realizzazione dei dosaggi ormonali, alla isterosalpingografia, e alla realizzazione delle indagini microbiologiche.

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